Friedrich Hebbel
Ci sono persone che adorano solo quel che possono annientare.
A starsene seduti si evita a ogni buon conto il rischio di cadere.
A ben vedere nulla in questa vita dovrebbe essere di proprietà, non dovrebbe esserci ascritto neppure il possesso del Sé: dovrebbe essere come se ogni momento fossimo partoriti e insieme morissimo. Sempre nuovi; questa sì che sarebbe vita, ora ogni giorno si nutre dell'altro e lo consuma.
Viviamo in tempi di Giudizio Universale, di quello muto, però, in cui le cose crollano da sole.
In un tempo imprecisato. Tragedia del futuro.
Il mondo è il peccato originale di Dio.
Poiché Dio ha creato il mondo dal Nulla, il Nulla vi occupa sempre il posto più alto.
Lo sterco è onnipresente quasi come l'Onnipotente.
«Com’è benevolo Dio! Ha creato gli uomini affinché io possa nutrirmi!», disse un verme solitario
L'ascesa ha i suoi limiti, non così la caduta.
Occhi che ardono per niente di niente.
Un fiore di un rosso così profondo da far pensare che, punto da uno spillo, sanguinerebbe.
Una dolce fanciulla: ti vedo nuotare e sguazzare nel tuo sangue.
Voler annaffiare i fiori col sangue.
Ritengo possibilissimo che un giorno la medicina guarirà ogni malattia e l'uomo morrà soltanto di vita, del graduale svanire di tutte le sue forze.
Come ombre minacciose col dito alzato, i morti, esercito in continua crescita, dovrebbero aggirarsi tra i viventi finché l'ultimo di essi non sia stato seppellito.
Una ragazza che ovunque guardi, scorge stelle invisibili a chiunque altro. Ma è il riflesso dei suoi occhi.
Ci sono drammi privi di idee, in cui la gente passeggia qua e là e per strada si imbatte nella sventura.
Anche il Giudizio Universale ha le sue pause.