Alberto Caracciolo



Qualche stralcio preso da "Leopardi e il Nichilismo" (1994) di Alberto Caracciolo.


"La tentazione alla disperazione, al No radicale e globale all'essere, alla bestemmia ontologica, nasce tanto nel genitore che veglia sul bambino condannato dal cancro, quanto nel soldato che sta per crollare sui campi di Russia o nel lager. Perché l'essere piuttosto che il niente, se le strutture dell'essere possono consentire il cancro del bambino e l'errore e l'orrore orale da cui nascono gli strazi delle campagne di guerra e dei lager?"

"Il Nulla come spazio trascendentale di Dio, di quello che assicura il senso, come scaturigine delle fede e delle varie possibili figure della fede, e il niente, come negazione del senso, dell'esser degno di essere, come morte."

"Il Nulla del Nichilismo porta qui il nome di tempo: e si configura come Abisso senza fondo e senza confine, che costituisce il fondamento, la sostanza, l'orizzonte dell'esistere. Come legge che corrode inesorabile il tratto di vita, breve e senza prospettiva se non illusoria, che ci è stato destinato. Affissare lo sguardo su quell'abisso e su quella legge è disperare: perciò l'evasione nell'inebriamento, non importa quale."

"Per potersi impegnare nel mondo, occorre aver guardato in faccia la morte, ciò di cui essa è per l'uomo il simbolo più decisivo: occorre aver guardato in faccia la legge della morte, di finitudine, di ineliminabile negatività che spegne l'esistenza, e il cosmo, di cui l'esistenza è indisgiungibile. Occorre aver intravisto nel mistero di questa negatività, una luce di senso non certo formulabile in proposizioni definite, ma pur reale."

"L'angoscia metafisica, il tormento derivante dall'ignorare il senso e il fine del proprio essere e dell'essere tutto. Il dolore, le miserie e il tedio dei giorni inutili (si consideri che la mancanza di un significato metafisico non porta già poesia nella quotidianità, ma spesso, anzi insofferenza di sé e degli altri, miseria e chiusura, comunque noia)."