Stanislaw Jerzy Lec
Pubblicati nel 1965 col titolo "Pensieri Proibiti", i "Pensieri Spettinati" del polacco Stanislaw Jerzy Lec, nato a Lwow (Leopoli) nel 1903 da una ricca famiglia ebrea viennese-galiziana (i baroni di Tusch-Letz). Nel 1933 esce il primo volumetto di poesie, "Tinte", nel '35 dei versi satirici, "Zoo". Nel 1941 viene arrestato dalla Gestapo e internato in un campo di concentramento, da cui riesce a sfuggire, per unirsi alla Resistenza. Nel 1957 publica la prima edizione dei "Pensieri Spettinati", una seconda, più ampia, due anni dopo. Il libro ottenne un notevole successo.
Dalla prefazione di Pietro Marchesani (NuovoPortico Bompiani, 1984):
"Anche Lec, al pari di altri rappresentativi scrittori del Novecento polacco -ad esempio Andrzej Kusniewicz o Julian Stryjkowski fra i viventi - è figlio delle "borgate dove il vento fondeva il canto biblico alla canzone polacca e al pianto slavo/ove i vecchi Ebrei nei frutteti all'ombra dei ciliegi/piangevano le mura sacre di Gerusalemme" (A. Slonimski). Mondo già allora recante in sé il presentimento d'una prossima fine (Lo stesso Lec diceva di sé: "Ich bin der Letzte - io sono l'ultimo") e così radicalmente spazzato via dalla furia nazista che oggi ne resta traccia solo nelle enciclopedie dell'epoca. Lec si laurea in legge a Leopoli nel 1933, quando ormai le illusioni della rinata Polonia sono state infrante dalla violenta radicalizzazione dei conflitti etnici e religiosi, politici e sociali. Come allora molti della sua condizione, anch'egli sceglie le posizioni della sinistra e si pronuncia apertamente contro la montante fascistizzazione del paese. Trasferitosi a Varsavia, pubblica su quotidiani e settimanali versi lirici, satire, ed epigrammi. Il suo primo volumetto di poesie (Tinte) è del 1933, la prima raccolta di versi satirici (Zoo) del 1935. D'ora in avanti il genere lirico e satirico convivranno, alternandosi e mescolandosi in successive raccolte (l'ultima è del 1966), senza che sia possibile tracciare una linea di demarcazione netta e precisa. Arrestato a Leopoli nel 1941 dalla Gestapo, viene internato in un campo di concentramento, da dove riesce a fuggire travestito da SS grazie alla sua perfetta conoscenza del tedesco. Entra nella resistenza comunista, è redattore della stampa clandestina e partecipa ad azioni di guerra, raggiungendo il grado di Maggiore nell'"Armia Ludowa" (Esercito Popolare).
Il contesto in cui apparvero i "Pensieri Spettinati" (il titolo deriva da Heine: "schon gekammte, frisierte Gedanken") ne determinò anche la modalità di lettura: nel 1956 in Polonia, con l'ascesa al potere di Gomulka, muta radicalmente, seppure per poco, il clima politico-culturale e la letteratura conosce la sua stagione di "disgelo". Vengono pubblicati i romanzi e i racconti di Jerzy Andrzejewski, Kazimierz Brandys, Tadeusz Konwicki, Slawomir Mrozek, "Il Poema per Adulti" di Adam Wazyk. è il momento della resa dei conti con il passato prossimo dello stalinismo in versione bierutiana. E anche gli aforismi di Lec sembrano non avere altro bersaglio che il sistema di dogmi e verità pietrificate, il castello spettrale eretto dallo stalinismo.
Al di fuori dei confini polacchi, l'interpretazione non può essere diversa: la prima edizione italiana, col titolo significativamente mutato in "Pensieri Proibiti" (Bompiani, Milano 1985) presenta gli aforismi di Lec "come una grande scepsi ironica sulla falsa coscienza che accompagna le prime forme di realizzazione socialista". Oggi a distanza di anni, vediamo meglio quanto sia parziale una lettura che voglia ridurre i pensieri dello scrittore polacco a una reazione del socialismo dell' "Uomo di marmo". Essi hanno radici assai più remote e obiettivi assai più estesi. Ne è prova il fatto che il tempo non ha gettato neppure un'ombra sul loro originario nitore, anzi sorprende la loro attualità rispetto al qui e ora della realtà psicologica e sociopolitica contemporanea. E ciò perchè Lec non è tanto un chirurgo alle prese con un bel localizzato bubbone maligno, quanto piuttosto un disincantato e solitario Don Chisciotte che si misura con l'immane polipo, infinitamente ramificato, che è dentro e fuori dell'uomo, che è l'uomo stesso. Suo bersaglio non è questo o quel sistema politico, ma il meccanismo di ogni sistema autoritario, non questa o quella morale, ma ogni sistema morale, non questa o quella falsa coscienza, ma ogni falsa coscienza, non questa o quella assurdità, ma la stessa assurdità del reale. Niente si salva del sarcasmo di Lec, né l'accademia letteraria e i suoi adepti, né gli orpelli di cui l'uomo ammanta la propria miseria spirituale, né gli stereotipi mentali e linguistici, introiezione e prolungamento della menzogna che regola i rapporti sociali. Uno scrittore più che corrosivo, sovversivo: "Vi era in lui il desiderio che crea la vera sostanza della ricerca filosofica: denudare tutti gli assunti nascosti delle parole, essere capaci di non risparmiare niente di ciò che nell'innocente banalità è veleno invisibile, vigliaccheria, fuga di fronte al conflitto reale, pigrizia mentale o pigrizia morale" (L. Kolakowski).
è un incalzare di frustate che scorticano la pelle più coriacea, probabilmente perché l'autore dei "Pensieri Spettinati" porta impresso su di sé il solco sanguigno di quelle rovesciatesi nella prima metà del secolo sull'Europa centro-orientale, dove nessuna ferocia è stata risparmiata, ogni delitto consumato.
Se la sensazione che ci lasciano "I Pensieri Spettinati" è quella di una visione profondamente pessimistica, addirittura tragica, della natura e della condizione umana, è anche vero però che in essi non c'è traccia di moralismo didascalico o superbia intellettuale. Lec sembra avere una ripulsione istintiva per i panni del fustigatore o del predicatore ("Il delitto: la musa dei predicatori e dei moralisti"), non ha verità da insegnare o lezioni da impartire in nome di una qualunque legge.
Se si potesse scontare la morte dormendola a rate!
Il fatto che sia morto, non significa affatto che sia vissuto.
Non raccontate i vostri sogni. Chi sa mai che i freudiani non prendano il potere!
è forse per scontare il fatto che non credo nell'anima, che ne sono privo?
Al momento del confronto il cadavere non ha saputo riconoscere il proprio assassino.
Ho sognato della realtà. Che sollievo, svegliarsi!
Chi ha mai visto una lacrima cadere dall'occhio della Provvidenza?
Non chiedere a Dio la strada per il cielo; ti indicherà la più difficile.
Da quando si è messo in piedi sugli arti posteriori, l'uomo non sa più riacquistare l'equilibrio.
I giovani delinquenti non hanno un avvenire sicuro. Possono ancora diventare persone per bene.
è triste quando l'esistenza che ti è più cara è l'esistenza del problema. La negazione è un elemento positivo dell'insieme.
Si può chiudere un occhio sulla realtà, ma non sui ricordi.
Viveva fuori del proprio corpo ma si curava lealmente del suo mantenimento.
Bisogna continuamente ricominciare dalla fine.
Molti dei miei amici mi sono diventati ostili, con molti nemici ho stretto legami di amicizia, ma gli indifferenti mi sono rimasti fedeli.
"Un domani migliore" non dà mica la certezza di "un dopodomani ancora migliore".
Il pensiero dell'autore è spesso così fecondo da generare aborti presso i critici.
Ognuno si metta la corda al collo, del colore che più preferisce.
Stai attento a non creare, per distrazione, qualcosa di memorabile. Quanti uomini dovranno consapevolmente immolarsi per annullare ciò che hai fatto.
Sono curioso di sapere se un animale, guardandoci, pensa: "Ecce Homo!"
Il condannato non è mai all'altezza della forca.
La nostra ignoranza raggiunge mondi sempre più lontani.
Sono convinto che l'uomo finirà per creare l'omuncolo, l'uomo artificiale, ma per l'amor di Dio, non ripeta il suo errore, non lo crei a somiglianza propria!
Che cosa è il Caos? è quell'Ordine che fu distrutto con la Creazione del Mondo.
Come esercitare la memoria per saper dimenticare?
Si potrebbe escogitare una condanna all'ergastolo aggravata dal prolungamento artificiale della vita.
E pensare che lo stesso fuoco che Prometeo sottrasse agli dei, accese il rogo di Giordano Bruno.
Le ferite si cicatrizzano, ma le cicatrici crescono insieme con noi.
Era riuscito a liberarsi dalla prigionia altrui, ma continuava a considerarsi schiavo di se stesso.
Ho sognato questa pubblicità dei mezzi anticoncettivi: "I non nati vi benediranno".
è strano: ad aver paura della "Filosofia della disperazione" sono soprattutto gli ottimisti.
Nello specchio della lingua si riflettono spesso i genitali dell'uomo.
L'arte, per essere realistica, dovrebbe prima deformare l'uomo.
Il progresso: i nostri antenati giravano in pelli di animali, noi ci sentiamo ormai a disagio in quella umana.
La tecnica arriverà a una tale perfezione, che l'uomo potrà fare a meno di se stesso.
Molti nei loro curricula tacciono la propria inesistenza.
Aveva la coscienza pulita. Mai usata.
Quanto più in basso cadi, tanto meno la cosa ti duole.
Grande è la forza del nulla, non le si può far niente.
Si può avere una profonda venerazione per Dio senza credere nella sua esistenza.
Quelli che in genere hanno orizzonti più ampi hanno in genere prospettive peggiori.
Certe volte smetto di credere nell'azzurro, mi sembra uno spazio perfettamente ricoperto di lividi.
Non salutate la gente a braccia spalancate, non facilitate la vostra crocifissione.
Mi chiedo cosa dovrebbe essere punito con maggiore severità dal Codice: la procreazione intenzionale o quella involontaria?
Ho pensieri che non confesso neppure a me stesso. Li conoscete tutti.
C'è un disgusto generale, infatti ci divoriamo reciprocamente.
Quanti vorrebbero abbandonare se stessi nei momenti di terrore!
Era inflessibile. Si costrinse al compromesso.
Siate autodidatti, non aspettate di imparare dalla vita.
Vedo tutto a fosche tinte? No! Mi limito a guardare attraverso un vetro affumicato per scorgere il sole durante l'eclisse.
Il boia non voleva lavarsi le mani dopo l'esecuzione. "Non sono mica Pilato!" gridò indignato.
Ho smesso di essere scettico. Mi sono convinto dell'esistenza del male imminente.
"Anche l'alba proietta ombra" sibilò il crepuscolo. "Ma da un'altra parte" spiegò l'alba.
Ci sono individui che non hanno bisogno della notte; essi stessi irradiano l'oscurità.
Quanto è difficile nascondere la propria inesistenza.
Mi stimo molto. Dici? Lo so, chiederei più di 30 denari.
Abbi nella vita un solo monologo, ma cambia di continuo l'accento sulle parole.
La censura interiore dell'uomo è spietata, non conosciamo neppure i pensieri che non vogliamo generare.
L'uomo, Corona del Creato - di spine.
I fiori dell'amore non appassiscono, se ne possono gettare alcuni ancora freschi sulla sua tomba.
Avere un sosia, suicidarsi uccidendolo e continuare a vivere come se si fosse quello - che possibilità per la schizofrenia!
Sospetto che in cima all'albero genealogico del Marchese de Sade ci sia Giobbe.
La vita ha anche lati oscuri, è ciò che resta della sua decenza.